Whoaahh. Semplicemente scrivi troppo, nessuno vuole leggere chi dovrebbe (dovrebbe) lavorare ancora 😁
Solo brevemente: non posso (e non mi è consentito @user109) dire esattamente come è/sarà strutturata la nostra rete.
- Gran parte di ciò che è scritto qui non è del tutto vero.
- Ciò significa che possiamo monitorare l’utilizzo degli alberi PON attraverso un monitoraggio costante e utilizzare HU/KI (intelligenza umana con l’aiuto dell’intelligenza artificiale) per decidere quando vogliamo espandere più volte gli uplink FAN.
- In questo caso il calcolo dell’overbooking è un po’ pessimistico.
Circa la distanza:
*No, non importa affatto!
- Il problema più grande sono le giunzioni e quanto più lungo è un cavo in fibra ottica, tanto più numerose sono le giunzioni di questo tipo. Naturalmente si cerca di evitarli il più possibile, ma sono inevitabili se ci sono degli incroci.
- È noto inoltre che queste giunzioni invecchiano, quindi l’“attenuazione” può aumentare nel tempo.
- Inoltre, gli SFP perdono le prestazioni dei diodi e col tempo diventano ciechi, il che influisce sulla distanza.
Strategia:
*Il rame verrà utilizzato per >10 anni.
*Nel 2024 ci sarà una significativa spinta della fibra, anche nelle aree rurali ove fattibile (ad esempio nel mio caso 😁)
- Potrebbero esserci soldi dal governo federale per sviluppare aree che non sono economicamente sostenibili (prima bisogna analizzare questo… e ci vorrà sicuramente tempo)
*Lo sviluppo delle aree remote può essere fatto anche utilizzando tecnologie alternative (SAT, 5G,…). - È sufficiente 1 fibra per unità di utilizzo nella sede centrale (chi diavolo ha deciso di installare un OTO con 4 prese)
- Nell’ufficio centrale, questa fibra può essere commutata su qualsiasi apparecchiatura dell’ISP. Il confronto con POTS è buono perché anche xgsPON è un tipo di tecnologia TDM e nell’appartamento arriva solo una linea.
È stato breve, vero?
Tanti saluti e buone vacanze
Roger G.
Swisscom (Schweiz) AG, Product Manager Wireline Access